venerdì 4 novembre 2011

PREVISIONI METEO: CIELO NUVOLOSO

Capiterà a molti guidando di alzare gli occhi al cielo. Meteo in costante divenire. Stai andando dalla fidanzata, a trovare la mamma, a una cena con gli amici o a un impegno di lavoro e dirigi la tua macchina, magari in autostrada, e per un attimo l'occhio si distrae - non dovrebbe! - e cade sopra di te: il cielo è terso e rasserenante, oppure opaco che promette neve o nascosto dalla nebbia; magari le previsioni danno acqua ed ecco un bel cielo nuvoloso. Spesso le protagoniste di questo spazio celeste sono proprio loro, le nuvole, presenti a noi tante ore ogni giorno, - visibili dall'autostrada come dalla finestra di casa -, con le loro forme piene di vita. Citazione obbligata della canzone di Fabrizio De André, Le Nuvole:


 "Vanno, vengono, ogni tanto si fermano e quando si fermano sono nere come il corvo, sembra che ti guardano […] certe volte sono bianche e corrono e prendono la forma dell'airone o della pecora o di qualche altra bestia... ma questo lo vedono meglio i bambini […] Vengono, vanno, ritornano e magari si fermano tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle..."




Non so perché, ma in autostrada le nuvole si notano ancora di più. Forse per il contrasto tra la natura artificiale e naturale, per cercare in loro qualcosa di più vivo del cemento... o semplicemente perché la serpentina autostradale si presta come sfondo/cornice di paesaggio. Il passeggero a lato del guidatore è il beneficiario in toto dello spettacolo e può notare che le forme sono singolari e multiformi, con un richiamo soprattutto al mondo animale. Ad esempio nel mezzo della foto qui a destra ci vedo un bel muso di un cane ma - volendo e a seconda della soggettività dell'occhio - anche altro... Qui sotto invece mi appare un cammello o dromedario... E poi le forme possono anche avere un significato, come conferma il detto: "Cielo a pecorelle, acqua a catinelle..."



La verità, e non lo dico io ma è un dato oggettivo, è che non ci accorgiamo più di loro, che non ci fermiamo più ad ammirarle, presi come siamo da mille input e dai ritmi infernali con i quali viviamo.. Lo dice la canzone che sono solo i bambini - detentori di uno spazio di cui gli adulti sono spesso sprovvisti - che se ne accorgono... Penso ad alcune parole di un illuminato, seppur discutibile, come era Osho:
"In passato, l'uomo era naturalmente meditativo; nelle società tradizionali la vita non era complicata e tutti avevano il tempo sufficiente per stare seduti senza fare niente, oppure guardavano le stelle, osservavano gli alberi o ascoltavano il canto degli uccelli. La gente aveva intervalli di passività profonda e, in quei momenti, l'uomo acquistava salute e integrità, in un crescendo costante."
La nevrosi dei nostri tempi, aggiungo io, è figlia della morte dei "tempi morti" che in realtà sono vivi: un gioco di parole per dire che dai bambini bisogna imparare a guardare, a godere delle nuvole - piccolo esempio di tutto ciò che ci circonda -, senza temere il vuoto da cui fuggiamo continuamente inventandoci impegni.
Ma, mi raccomando, le nuvole mentre si guida in autostrada (o meglio mentre si guida, al di là del luogo) vanno appena adocchiate... per evitare conseguenze e acquistare momenti rigeneranti osserviamole con calma quando siamo fermi in piazzola o all'area di servizio!

1 commento:

BOBO ha detto...

W il recupero dei "tempi morti" e di uno stile di vita meno frenetico che ci permetta di assaporare anche gli attimi e gli sguardi sfuggenti alle nuvole ;)

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