giovedì 1 dicembre 2011

I COLORI DELL'AUTUNNO

Arriva dicembre, ultimo scampolo d'autunno prima di quello che si preannuncia essere un lungo inverno. Quello che ci siamo lasciati alle spalle è il tipico mese autunnale: giornate che accorciano - e giramento che aumenta, anche se gli amanti del genere non mancano -, pioggia, vento e nebbia a dominare la scena. Se almeno tre delle  caratteristiche citate sono state fino ad ora confermate, è però mancata l'acqua: giornate solari che più solari non si può, con un punto interrogativo su ciò che ci aspetta da adesso fino a fine marzo, quando la primavera tornerà a scaldarci. Mancanza di pioggia in autostrada significa maggior sicurezza e, diciamolo, meno beghe per tutti. Soprattutto nei casi in cui le gocce sono poche si crea quella patina scivolosa sull'asfalto che, sommata a curve pericolose affrontate a forte velocità, determina un incremento di incidenti e pericoli in generale. Ma anche nel caso in cui la pioggia sia copiosa, creando talvolta buche sulla piattaforma - o ancor peggio quando si trasforma in grandine - gli inconvenienti non si contano. Lasciamo per adesso il caso della neve, caratteristico dei mesi che ci aspettano e che merita uno speciale a sé. 

E' dunque giunta l'ora di salutare il terzo periodo dell'anno, assaporando per le ultime settimane quella caratteristica che ne fa risollevare lo status di stagione "antipatica": la sfumatura rossastra dei colori. Per i colori dell'autunno, l'autostrada si presta perfettamente all'occhio del viaggiatore che può ammirare le venature rosse delle foglie - migliaia di tonalità che si alternano tra i due colori primari, il giallo e il rosso - o gli innumerevoli marroni, a seconda della miscela tra i tre primari. Perché manca il verde, a parte la ovvia spiegazione scientifica della fotosintesi clorofilliana? Perché, mi spiegava la mia insegnante di acquerello, viene a diminuire il blu; è con quest'ultimo e il giallo che si crea il verde, tipico di altri momenti dell'anno. Giallo e rosso ed ecco gli arancioni sgargianti, oppure i viola, frutto sì di rosso e blu, ma con quest'ultimo non più sull'estremo dell'azzurro terso bensì più indirizzato a un prussia. Lo stesso dicasi per il rosso e il giallo che risultano in queste settimane più intensi rispetto ai cugini estivi. Ma la teoria del colore è cosa complessa e la lascio a intenditori veri.

Quel che è un dato oggettivo è la vegetazione intrisa di rigenerazione, e parlo soprattutto di una zona come il Mugello e l'Appennino Tosco-Emiliano, dove castagni e querce o magari i tipici alberi da frutto come i ciliegi, si trasformano e invecchiano, assumendo - nell'arco di tempo che va da fine settembre ai primi di dicembre - un aspetto statuario e malinconico che cattura l'occhio del viaggiatore autostradale così come quello dell'anziano sulla panchina di un parco.

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