mercoledì 14 dicembre 2011

IL SORPASSO IN AUTOSTRADA

In autostrada il sorpasso è una fase fondamentale del viaggio. Capita sempre l'imbranato che va a 60 all'ora - pericolosissimo, forse più di chi va forte - nonostante una lunga dritta e allora ecco che entra in scena il sorpasso. Gli insegnanti di scuola guida si sprecano nel dire ai principianti che: bisogna scalare marcia, per avere un maggior spunto, bisogna guardare lo specchietto dietro, poi di fronte a noi ed effettuarlo solo dove la carreggiata presenta i trattini, una sorta di "Sì ok, si può fare". Ora, in autostrada le ultime due opzioni non hanno peso in quanto il senso è unico e si può sorpassare anche in curva. Ma specchietto e acceleratore (occhio a chi ha il metano!) rimangono essenziali. Guardi dietro e dai gas e poi... ecco il coglione di turno che all'improvviso si inserisce sulla tua traiettoria. Eh sì, non bastano cento occhi, visti quelli che lo fanno per sport, senza freccia, senza guardare, fregandosene dei tuoi abbaglianti che lo dovrebbero stoppare. Ci sono poi i sorpassatori no-stop, ovvero coloro che vanno costantemente sulla corsia di sinistra, a 200 all'ora magari, sfanalandoti a circa 500 metri di distanza e fiondandosi subito dietro al tuo culo mentre stai superando dentro i limiti di velocità. Oppure ci sono quelli che dalla corsia più veloce proprio non si spostano: sfaretti, sfaretti ma niente... si crea la coda, la gente bestemmia dentro di sé e inveisce al pilota coi paraocchi - capace solo di guardare avanti a sé, come i cavalli in corsa -... via, per non arrivare dopo ma parecchio dopo Cristo ci tocca superare a destra e fanculare il tipo. Mi ricordo una volta, durante un turno in autostrada, un furgoncino incuneatosi davanti a me anticipandomi il sorpasso; effettuatolo con grande sforzo, vista una velocità appena superiore alla macchina sulla destra, mantenne poi la sua posizione a tempo indeterminato. Proprio non si voleva spostare. Abbaglianti continui quanto inutili, poi finalmente si spostò, lo affiancai maledicendolo e lui cosa fece? Dal finestrino sorrise compiacente, con quel sorriso tipico degli arroganti. A lui e a tanti altri che agiscono senza pensare alla pericolosità dell'azione il perbenismo non è concesso, auguriamo loro una brutta fine, come quella - ahimè amara - del compagno di Gassman nel capolavoro di Dino Risi, Il sorpasso.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Il primo pericolo e' proprio lei che mette ansia a chi la precede.


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